ARCHEOLOGIA

La sezione Archeologia del Museo Civico di Procida offre un percorso visivo e tattile attraverso reperti che raccontano la vita quotidiana della comunità protostorica vissuta sull’isola di Vivara durante l’età del Bronzo. Coppe micenee, contenitori per oli profumati, ceramiche dipinte e grandi vasi da trasporto guidano il visitatore alla scoperta di legami e contaminazioni che, nel corso dei secoli, hanno definito l’identità di questi luoghi.

Il paesaggio di Procida e Vivara, modellato dalla natura e segnato da antichi insediamenti, racconta una lunga storia di incontri, scambi e trasformazioni: un patrimonio che affiora dalla morfologia del territorio e che riflette le rotte e le civiltà che hanno attraversato il Mediterraneo fin dai tempi più lontani.

Le ricerche archeologiche condotte su Vivara hanno dimostrato che l’isola era abitata già dal XVII secolo a.C. e che rappresentava uno dei centri più antichi e attivi nei traffici marittimi che collegavano la Grecia micenea al Mediterraneo occidentale. Navigli provenienti dall’Egeo raggiungevano l’antico porto-approdo vivarese — oggi sommerso a circa 14 metri di profondità — portando con sé grandi vasi da trasporto, coppe raffinate, tazzette dipinte e piccoli contenitori di oli profumati e unguenti. Questi ritrovamenti testimoniano il ruolo strategico dell’isola negli scambi commerciali che, tra la metà del XVII e il XV secolo a.C., coinvolgevano le comunità del comprensorio Procida–Vivara e le marinerie del Mediterraneo.

Le ricerche archeologiche, iniziate negli anni ‘30 e riprese nel 1975 sotto la direzione di Massimiliano Marazzi e Sebastiano Tusa, hanno reso possibile questa narrazione. Oggi, proprio a Sebastiano Tusa – figura di riferimento per gli studi sull’isola - è dedicato il Museo Civico di Procida.